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al testo di Vincenzo Gasparro
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Sul cartone delle scarpe ho scritto i nomi per essere certo che tutto non sia una finzione e me li porto in tasca all'occasione e per magia rivedo quelli che ho perduto. Non si estirpa dall'anima il male facilmente ed è una brace che rende il corpo piagoso.
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Alla mesta stazione del mio paese non arriva nessuno non parte nessuno. Nel freddo mattino d'autunno becca la tortora smarrita nell'acquerugiola tra le umide foglie. Siamo soli nel gelo ad aspettare il tempo crudele dell'addio.
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Sono approdato nella terra di nessuno nella casa delle sedie vuote dove il silenzio rimbomba di fantasmi. Scalzo sulla terra brulla inciampo tra i solchi né disseta il succo del verdello. Mi rimane il bianco del mandorlo di marzo il bruco avido sul sambuco mentre le anatre frullano su a volo insieme.
[ Tratto da A che servono le rose, Edizioni L'Arca Felice - scritto introduttivo di Vincenzo Di Oronzo e dipinti di Sofia Rondelli - Collana di arte-poesia a cura di Mario Fresa ]
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